Semplicità quanto si prega

 

Quanto hanno scritto sulla preghiera. Diversi! Tra questi il servo di Dio don Salvatore Vitale. Egli, colloquiando con le future Missionarie de La Piccola Casetta di Nazareth, parla a loro del valore della preghiera e praticamente indica come farlo. La preghiera è considerata da lui come il «respiro dell’anima che si pone dinnanzi alla verità». Ogni qual volta l’uomo e la donna pregano danno ossigeno al «cuore» richiamando la verità di ciò che ognuno è: creature, chiamate a vivere di-in-con Dio. Tutto è un dono! Un dono è poter pregare. Tutto è una lode! Una lode è la preghiera, che innalza il cuore al Signore, invitandolo a rendersi presente nella vita degli uomini. Tutto è un’offerta, giacché la creatura che prega depone se stessa Colui che tutto può, nella consapevolezza che l’orazione ordinaria, continua e fatta con insistenza, apre le porte del cielo e «arriva al Cuore di Gesù. La preghiera semplice è quella che consiste nelle espressioni più sincere e più cordiali. Con nostro Signore bisogna essere sinceri e cordiali. Espressioni affettuose, brevi, ardenti, serene, impetuose. Non bisogna vere suggestione di parlare a Gesù con un linguaggio infantile, ingenuo e qualche volta anche energico. Non bisogna nascondere a Gesù i suoi dispettucci a fargli capire che Egli – commenta don Salvatore – molte volte si diverte a imbrogliare le anime nostre. Non bisogna nascondere a Gesù le nostre miserie […], i palpiti, gli affetti del proprio cuore […]. La semplicità della preghiera dev’essere la prerogativa delle Suore Missionarie […]. La semplicità deve accompagnare sempre la preghiera, anche quando non si può pregare! Semplicità, nella preghiera, semplicità per mancanza di tempo o di altre circostanze non si può pregare. Semplicità quando si parla a Dio, e semplicità quanto si tace»![1].

[1]DON SALVATORE VITALE, Costituzioni o Regole, 6 ottobre 1936, Casapesenna, 41.43.

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