2 febbraio  2021  Festa della Vita Consacrata

 

Martedì 2 febbraio la Chiesa intera festeggia, nel giorno della Canderola, la giornata della vita consacrata. Anche la Chiesa aversana, con Sua Ecc.za Mons. Angelo Spinillo, intende ringraziare il Signore per la vita consacrata presente in Diocesi attraverso una liturgia eucaristica pomeridiana. In prospettiva di quanto vivrà la Diocesi, L’Opera de La Piccola Casetta di Nazareth celebra – di mattina, ore 10.30 – il rinnovo del suo «sì» verginale al Signore al Santuario mariano Mia Madonna e Mia Salvezza. Sua Ecc.za presiederà la celebrazione, accogliendo l’offerta il voto «comune» di verginità dei sacerdoti e delle sorelle Missionarie e la «promessa di fedeltà» delle famiglie, vicine all’Opera.

Nello specifico della sua offerta, la comunità La Piccola Casetta intende richiamare la via nascosta di Nazareth. Nella semplicità e nell’umiltà, essa propone la «bellezza» di una vita quotidiana, fatta di piccole cose e di piccoli gesti, ma in una «relazione» completamente nuova: quella non vincolata da legami di carne, ma di spirito (cfr. Mc 3,31-35). «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Sono coloro che fanno «la volontà di Dio», costoro – dice Gesù – saranno «per me» fratelli e sorelle e madri. L’Opera fondata da don Salvatore protende a questo modello, a questo stile di vita, a quella quotidianità nazaretana che nobilita le relazioni «familiari», rendendo straordinario l’ordinario. Difatti, lo Sposo Divino chiama ognuno ad una fedeltà «a cose concrete»: la preghiera quotidiana, la Messa, la Confessione, una carità vera, la Parola di Dio ogni giorno, la prossimità, soprattutto ai più bisognosi, spiritualmente o corporalmente. Sono cose concrete, come nella vita consacrata l’obbedienza al Superiore e alle Regole. Se si mette in pratica con amore questa legge – con amore! –, lo Spirito sopraggiunge e porta la sorpresa di Dio, come al tempio e a Cana. L’acqua della quotidianità si trasforma, allora, nel vino della novità e la vita, che sembra più vincolata, diventa in realtà più libera.

Questo, ovviamente, esige che vi sia l’incontro col Signore. Egli è la fonte. Difatti, la Chiesa ricorda a tutti i consacrati che bisogna ritornare alle sorgenti: riandare con la memoria agli incontri decisivi avuti con lui, ravvivare il primo amore, il «bell’amore», cercando magari di scrivere una propria storia d’amore col Signore. Se facciamo memoria del nostro incontro fondante col Signore – commenta papa Francesco (Discorso tenuto il 2 febbraio nel 2019) –prenderemo consapevolezza che esso non è sorto come una questione privata tra noi e Dio. No, è sbocciato nel popolo credente, accanto a tanti fratelli e sorelle, in tempi e luoghi precisi. E che il nostro «sì» verginale non può essere circoscritto ad un fatto personale, ma comunitario. Tutta la Chiesa viene beneficata e rinvigorita dall’offerta di ogni consacrata.

Ecco, cosa il giorno della candelora rammenta al mondo! La vita consacrata è un dono di grazia per tutti. Essa sboccia e fiorisce nella Chiesa; se si isola, «appassisce». Essa matura se promuove un cammino insieme. Quand’è così fiorisce e diventa richiamo per tutti contro la mediocrità: contro i cali di quota nella vita spirituale, contro la tentazione di giocare al ribasso con Dio, contro l’adattamento ad una vita comoda e mondana, contro il lamento – le lamentele! –, l’insoddisfazione e il piangersi addosso, contro l’abitudine al «si fa quel che si può» e al «si è sempre fatto così»: queste non sono frasi secondo Dio. La vita consacrata non è «sopravvivenza», ma è vita! Essa non è prepararsi all’ars bene moriendi: questa è la tentazione di oggi davanti al calo delle vocazioni. No, non è «conservazione», ma incontro vivo con un Dio che cammina a seguirlo per le vie di questo mondo.

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